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L’ARTE CONTEMPORANEA INCONTRA L’ECCELLENZA IN PIEMONTE
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ANTONELLA PIRO

per Panzera

Antonella Piro è nata a Messina e ha studiato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Fra le principali mostre personali si ricordano quelle all’Alliance Francaise di Hong Kong del 1984, alla Nam Lou Gallery di Londra del 1996, al Palazzo Ducale di Revere (Mantova) nel 2000, alla Chiesa di San Giuseppe di Asti del 2004, Aqua Mater alla Fortezza Umberto Primo, Isola Palmaria nel 2006, alla Galleria d’Arte Moderna di Spoleto nel 2006 e Biennale di Venezia 2011 sede di Saluzzo. Numerose sono le collettive in alcuni fra i maggiori spazi espositivi, soprattutto italiani e inglesi.

BREVI INFORMAZIONI DELLA CRITICA

“La misura e l’interiore incedere della pittura di Antonella Piro si delinea attraverso una contenuta gestualità, una strenua volontà di trasmettere sulla tela il senso profondo dell’esistenza, una scansione formale che libero nello spazio un colore intessuto e impreziosito dalla luce atmosferica”. Angelo Mistrangelo

“Pittrice lirico-astratta, Piro non riproduce apparenze ma l’armonia della casualita, esperienze visive che non propongono soluzioni, ma sensazioni che non hanno riferimenti con il naturale. Colpisce, nel suo procedimento inventivo, la determinazione di affrontare lo spazio come percorso aperto e, nel contempo, indefinito, strutturato attraverso preziose scansioni.” Paolo Levi

“L’artista presentando una serie di lavori pittorici e scultorei (usando legno e plexiglas) carichi di umori acquei, di fluidità dilaganti, ci dice che le acque simboleggiano la somma universale delle vitalità, sono fonte e origine, serbatoio di tutte le possibilità di esistenza, esse precedono tutte le forme e fanno da supporto alla creazione.” Marisa Vescovo.

“L’artista ha cercato di mettere a punto negli anni una tecnica pulita e preziosa – benchè animata da macchie, colature e libere espansione di materia cromatica – sensibile al perfezionismo della calligrafia orientale cosi come alla magniloquenza spaziale e dimensionale dell’action painting americano; grazie a cui le sue stesure talvolta trasparenti e sfumate, talvolta sfrangiate e interrotte, hanno acquisito ormai una levità straordinaria; linee, luce e ritmo, traduzioni, forse di eventi emozionali o di fasi circadiane monitorate con occhio attento, o forse semplici astrazioni e riduzioni del fare pittura alle sue componenti più essenziali.” Martina Corniati.

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