Un oggetto prezioso è qualcosa che diventa per noi unico e altamente desiderabile. Come un’opera d’arte o un manufatto di lusso. 

Ecco cosa ne pensano Benedetta Sainaghi, titolare di Inamorada, e Vanni Cuoghi, l’artista abbinato alla sua azienda.

Art For Excellence: Quale è stato l’episodio che, a suo avviso, ha fatto nascere la sua impresa?
Benedetta Sainaghi: Nata in una famiglia di cui i cani hanno da sempre fatto parte, ho avuto la grande fortuna di nascere circondata dal loro affetto e ho potuto apprezzarne le loro qualità sin da bambina. Con l’arrivo di Morada, la mia bouledogue francese, nel 2008, qualcosa di ancora più speciale è successo perché ho incontrato la mia ‘anima gemella canina’. Sempre insieme, a casa, al lavoro, nel tempo libero..così ho iniziato ad acquistare tutto il necessario per il suo benessere: cucce, cappotti, abitini, maglieria. Tuttavia, per quanto ricercassi cose veramente “belle”, non riuscivo mai a trovare qualcosa che fosse alla sua altezza, bello e speciale quanto lei. In quel momento preciso, ho capito che potevo essere io a crearlo per lei. Essendo stata Morada ad ispirarmi, ho deciso che il mio lavoro sarebbe stato in tutto e per tutto un tributo a lei e così nacque il marchio “INAMORADA”, che oggi è una splendida realtà nella quale sono affiancata da mia sorella Marianna.

AFE: Qual è la vostra missione? Che cosa vi proponete?
BS: INAMORADA si propone di creare articoli di abbigliamento e accessori di alta gamma, adatti a cani di tutte le razze e taglie, studiando in modo molto meticoloso le vestibilità al fine di garantire loro il massimo confort. Ciò che ci contraddistingue è la ricerca di una materia prima di pregio che possa durare nel tempo. La nostra proposta di stile non è dettata dalla moda del momento: piuttosto cerchiamo di proporre oggetti che siano belli, di un lusso senza tempo.

AFE: Qual è il vostro tratto distintivo, la vostra firma nell’attività che fate?
BS: La cura delle lavorazioni. Il gusto è sempre soggettivo, il “fatto bene”, “fatto a mano”, è una qualità oggettiva e inopinabile. Abbiamo anche un grande privilegio nell’esser nati e cresciuti in un’area con una fortissima tradizione nel tessile. Questo ha contribuito a creare il nostro imprinting.

AFE: Che cosa vi ha coinvolto del progetto Art For Excellence?
BS: Ci ha conquistate da subito il taglio dell’evento, creare un legame, un accostamento tra l’artista e l’azienda, e ci ha molto incuriosito vedere come la sensibilità di un artista avrebbe raccontato la nostra.

AFE: Il tuo percorso artistico inizia dall’attività di decoratore. Cosa ha significato quella parte della tua carriera e cosa ne rimane oggi?
Vanni Cuoghi: L’esperienza pluriennale come decoratore di interni e di esterni, quella di illustratore e di scenografo, hanno fatto si che imparassi a gestire quello che sto facendo adesso in modo imprenditoriale. La figura del Pittore oggi non è quella dell’artista che vive di stenti in una cameretta isolata dal mondo, creando capolavori che verranno scoperti dopo la sua morte.
Il Pittore è connesso con il mondo, lavora con le gallerie, è su Instagram, si ciba e digerisce il proprio tempo, anche se rimane ancora una professione in cui “il fare” deve necessariamente corrispondere “all’essere”.

AFE: Parlando di ispirazione per le tue opere, tu dici di essere un bugiardo. Che cosa intendi?
VC: Non so che cosa sia l’ispirazione. Non ci sono momenti in cui io mi sento più” ispirato “ di altri. La Pittura è il binario parallelo alla Vita e, anche se non metti mano materialmente ai pennelli o ai colori, stai comunque “lavorando”. Sì, lo so che detta così sembra una paraculata, ma non saprei come spiegarla diversamente. Mi viene in mente quella storiella del figlio di un noto artista che, tornando a casa con un gruppo di chiassosi amici, trova il padre disteso sul pavimento che contempla il soffitto e, a voce bassa, dice: “Amici, facciamo silenzio perché papà sta lavorando”. Dentro ai miei dipinti e i miei “teatrini “ci sono i miei paesaggi, i miei viaggi, i miei affetti, le mie passioni, le mie paure e i miei turbamenti. Tutto viene shakerato e si traveste: la bugia è un modo diverso per raccontare la mia visione della realtà.

AFE: Molte delle tue opere sono estremamente narrative, sembrano voler raccontare qualcosa. Per te è più importante quello che tu vuoi dire o quello che vi leggerà uno spettatore?
VC: Mi trovo spesso ad affermare che la narrazione è un materiale pittorico. Il mio modo di articolare il racconto è importante quanto l’attribuzione di senso che può fare lo spettatore. Chi guarda aggiunge nuovi valori narrativi all’opera.

AFE: Tu hai lavorato su grandi superfici così come su superfici ridotte. C’è un ambito in cui ritieni di esprimerti al meglio?
VC: No. Sono solo due atteggiamenti mentali diversi, che però mi appartengono allo stesso modo: uno quello del miniaturista e l’altro dell’affrescatore.

AFE: L’azienda a cui sei abbinato tratta un prodotto di lusso, pensato per soddisfare le esigenze dei clienti uno ad uno in maniera unica. A tuo giudizio, come si declina il lusso nell’arte?
VC: L’Arte è indubbiamente un prodotto di lusso, lo è sempre stato e chi afferma il contrario si sbaglia. L’Arte non è per tutti, ma fortunatamente le sue immagini sì. Molto spesso, a un oggetto di lusso corrisponde una “preziosità”, che lo rende, ai nostri occhi, unico e altamente desiderabile, e i desideri sono gli aneliti che abbiamo… in assenza delle stelle (DE-SIDERA)

AFE: Vorresti anticiparci qualcosa dell’opera che stai realizzando per Art for Excellence?
VC: L’opera che sto realizzando ha un impianto di ordine narrativo e ricorda un libro con immagini pop-up. Mi sono divertito molto nel realizzarla, perché ho creato i personaggi, li ho ritagliati e li ho ambientati come si fa con un collage. Prima di fissare il tutto ho attuato diversi spostamenti, proprio come facevo con i soldatini da bambino, ho eliminato le figure in eccesso, ho creato delle conversazioni e aggiunto dei piccoli dettagli… ma non voglio svelare altro. La vedrete!